ICE Europe+CCE International: la manifestazione a due teste, dedicata alla trasformazione di packaging flessibile-cellulosico e di cartone ondulato e recentemente acquisita da Reed Exhibition, conferma il posizionamento e aumenta la portata internazionale (quasi diecimila visitatori congiunti da più di 70 Paesi). Italia partner privilegiato.

Si parlava moltissimo italiano a Monaco, durante quest’ultima edizione di ICE Europe e CCE International. Le due manifestazioni concomitanti organizzate a Monaco di Baviera dal 12 al 14 marzo da Mack Brooks (da gennaio parte del circuito Reed Exhibitions), sono dedicate rispettivamente alle tecnologie per il converting di carta, film e laminati (ICE) e di cartone ondulato (CCE) e vedono, come sempre, l’Italia dominare le classifiche di partecipazione. In attesa delle statistiche relative ai visitatori, il peso degli operatori italiani è ufficiale sul fronte espositori: a ICE su 463 imprese in mostra su 11.500 mq, provenienti da 25 Stati di tutto il mondo di cui il 52% dalla Germania ospitante, l’Italia ha espresso la prima compagine straniera, mentre a CCE il rapporto si ribalta e l’Italia si attesta prima, davanti alla stessa Germania, dei 155 espositori di 23 Paesi.

Si tratta, a dire il vero, più di una conferma che di una novità, in linea con un trend cresciuto negli anni. Ciò che può dirsi nuovo riguarda, piuttosto, la provenienza dei visitatori che, secondo la nostra esperienza diretta e quella degli espositori che abbiamo visitato in fiera, hanno travalicato il confine dell’area germano-centrica delle origini (centro-nord-est Europa e immediati dintorni) arrivando da Far East, Middle East e Magreb, Africa e Sudamerica. Le due fiere hanno accolto, rispettivamente, 7150 e 2406 visitatori, provenienti da oltre 70 Paesi nel mondo.

Le tecnologie
In mostra, la variegata compagine delle soluzioni per il converting che caratterizza ICE-CCE rispetto alle altre fiere internazionali del settore: più che alle macchine da stampa e laminazione (comunque rappresentate da big player come Comexi, Windmoeller & Hoelscher…), le due manifestazioni danno visibilità ai componenti, complementi e consumabili che svolgono un ruolo decisivo nelle lavorazioni e nei processi di trasformazione.
Gli organizzatori hanno evidenziato i grandi trend che pilotano la R&D delle imprese e l’interesse degli utilizzatori – sostenibilità, industry 4.0 ed efficienza, digitalizzazione, nuovi substrati – che hanno ispirato anche gli Awards di quest’anno, incarnati in una grande numerosità e varietà di categorie.

Citiamo, a titolo di esempio, le tecnologie per coating (Bobst, H.B. Fueller…) e laminazione (SAM Europe, Nordmeccanica…), la componentistica meccanica ed elettronica (Re Spa, Baldwin…) i sistemi di essiccazione (Gew…), controllo (Grafikontrol…), qualità (Gama…) taglio e ribobinatura (IMS-Goebel-Laem, Bimec…), trattamento superficiale (Esseci, Ferrarini & Benelli…), miscela e lavaggio (Vea)… per approdare al recupero degli sfridi cartacei (Konskilde) e degli elementi inquinanti volatili (Brofind, Donau Carbon…).

Nei corridoi, costruttori di impianti e converter rappresentati dal top management in missione per aggiornarsi sullo stato dell’arte dei sistemi di cui intendono dotarsi per creare il packaging che chiede loro il brand owner – i sistemi laser per la finestratura, per fare ancora un esempio fra i tanti possibili. Su due cose tutti concordano. La prima è che sia ICE sia CCE si caratterizzano per l’alta “qualità” di un visitorato che ha progetti e obiettivi concreti. La seconda è che quest’anno – fatte salve non poche eccezioni di cui parleremo sulle nostre testate – gli espositori hanno presentato molti prodotti interessanti ma poche novità assolute. Probabilmente in fase di sviluppo per il lancio alla prossima e ormai imminente drupa del giugno 2020, hanno ipotizzato in molti.