Il neonato Laboratorio di Stampa dell’Istituto Canadese della Comunicazione Grafica e Stampata (ICI) si è attrezzato con una macchina da stampa multi-processo Varyflex V2 della Omet, che verrà impiegata per lo sviluppo di nuove applicazioni.

Un Laboratorio nuovo di zecca e dotato di tecnologie allo stato dell’arte, per l’Istituto Canadese della Comunicazione Grafica e Stampata (ICI), basato a Montréal (Québec). Inaugurato lo scorso novembre con una cerimonia che ha coinvolto centinaia di ospiti, ha visto in campo dirigenti e docenti, chiamati a illustrare i molti progetti che impegneranno la Varyflex V2 fornita dall’italiana Omet in applicazioni di stampa innovative, soprattutto nel campo dell’elettronica, e relativa prototipazione. Grazie a questa macchina, è stato sottolienato durante l’evento, ICI può mettere in campo una flessibilità di configurazione fuori dal comune e la capacità di testare e sviluppare applicazioni con l’obiettivo di fornire all’industria soluzioni di immediata applicabilità.

Un equipaggiamento unico. Le attrezzature messe a punto per ICI nello stabilimento Omet di Lecco sono uniche nel loro genere. Si tratta di una piattaforma Varyflex V2 per la stampa multi-processo in-linea adattata alle esigenze dell’Istituto e dei suoi partner. Le sue caratteristiche principali sono la perfetta intercambiabilità dei processi di stampa e la massima precisione di registro.
Inoltre, si tratta di una macchina pensata per la produzione, e dunque non sotto dimensionata, che ha richiesto il trasporto via mare in 4 container lunghi 14 m l’uno. «Non si tratta di un’attrezzatura di laboratorio» ha sottolineato infatti Régent Bernier, direttore del dipartimento di flessografia dell’ICI, che spiega: «Volevamo qualcosa che fosse il più vicino possibile alla realtà degli stampatori, per essere in grado di trasformare facilmente i prototipi in soluzioni funzionanti».

Processi intercambiabili e precisione di registro. Varyflex V2 si distingue soprattutto per le funzionalità multi-processo, ossia per l’unione di diverse tecnologie di stampa su una singola macchina. È infatti in grado di passare dalla serigrafia alla rotocalco o flessografia nell’ordine desiderato, con una flessibilità unica.
«Saremo in grado di stampare film plastici sottili o cartone a elevato spessore o la carta, e di utilizzare anche tre diversi processi di stampa in 5 gruppi», spiega Bernier. Inoltre, la macchina è riconfigurabile aggiungendo nuove unità, per consentire a ICI di ampliare il portafoglio di prestazioni. Il team di progetto ha richiesto una precisione di registro assoluta. Eventuali modifiche necessarie a raggiungere i risultati desiderati saranno apportate da Omet, impegnata in un contratto di partenariato triennale: «Insieme, spingeremo la precisione di registro al limite della tecnologia”, dichiara al riguardo Christine Canet, direttore dei servizi di consulenza e ricerca applicata di ICI.

Minori costi di produzione. Secondo la signora Canet, le economie di gestione necessarie a garantire la sostenibilità dei processi originano dall’efficienza e, in questo caso, dal fatto che la Varyflex V2 può stampare prodotti anche molto diversi sulla stessa linea, in un solo passaggio.
«La flessibilità dei processi di stampa ci permette di agire esattamente dove è necessario» considera a sua volta Chloé Bois, responsabile di progetto dell’ICI, «senza contare che Varyflex V2 permette di ridurre anche il consumo d’inchiostro, lavorando con piccole quantità e minimizzando gli scarti. In questo modo, chi effettua i test presso l’Istituto possono recuperare il prodotto non utilizzato, con grande vantaggio».

Il valore delle competenze. L’esperienza dell’Istituto canadese nella filiera grafica è determinante. «Ci saranno presto nuove applicazioni, con prodotti in fase di sviluppo, e il nostro ruolo è di farli funzionare in condizioni di riproducibilità» affermano gli esperti. «Abbiamo effettuato prove di stampa per anni: è uno dei nostri punti di forza e questo progetto – secondo Canet, che collabora anche con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (NRC) – dimostra il senso di collaborazione canadese. Omet vi è coinvolta più che come semplice fornitore: è piuttosto un partner che parteciperà all’avventura per i prossimi tre anni. È un leader, che ha deciso di investire in un mercato a forte specializzazione» conclude la ricercatrice.

Stampare comunicazione. La storia della stampa è intrinsecamente legata all’evoluzione della società perché consente la trasmissione di idee, l’accesso alle informazioni e la conservazione dei testi. Quest’evoluzione continua nel tempo e oggi apre nuove possibilità, che trasformano il “mezzo” in supporto “intelligente” con nuove funzionalità.
Pannelli solari flessibili, batterie, sensori, prodotti per l’illuminazione, imballaggi intelligenti e display… possono essere realizzati con processi di stampa combinati su un supporto flessibile, adottando nuovi tipi di inchiostro. Compitodi ICI è di sperimentarli, testarli e controllarne il comportamento in tutti gli aspetti del processo di stampa, sulla macchina della Omet, con precisi obiettivi. Molte le sfide, come ad esempio, riuscire a sovrapporre vari tipi di inchiostri per ottenere una combinazione “multistrato” con nuove proprietà, o sviluppare imballaggi con capacità comunicative verso gli smart phones: una tecnologia, denominata Near Field Communication (NFC) che si baserà su microchip stampati.                               

Questo progetto si deve al avoro congiunto di: Istituto Canadese per la Comunicazione Grafica e Stampata, R&S Omet, Matik (distributore di Omet per l’America settentrionale) e degli addetti commerciali di Omet Italia; è finanziato dalla Fondazione canadese per l’innovazione, dal Ministero dell’Istruzione Superiore di Ricerca, Scienza e Tecnologia del Canada e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche del Canada (CNCR). L’ICI è stato creato nel 1992 dall’Ahuntsic Collège, un polo pre-universitario pubblico del Québec, ed è riconosciuto come centro di trasferimento tecnologico universitario dal 1996.