Confezioni a base cellulosica solo da fonti sostenibili; 65 milioni kg di materiali da imballaggio eliminati; condivisione e sostegno della cultura del riciclo: ecco la strategia per un “packaging circolare” della snack company più famosa del mondo.

Mondelēz International, la potente e vivace “snack company” multinazionale (52 brand famosi in tutto il  mondo fra cui Cipster, Saiwa, Toblerone, Vitasnella… e un fatturato 2017 di circa 26 miliardi di dollari), annuncia un progetto radicale per rendere in pochi anni tutte le confezioni sostenibili, in risposta a un chiaro orientamento del mercato. Il piano, ufficializzato questo 9 ottobre, punta alla riciclabilità totale in tutto il mondo e si inserisce nella strategia zero-rifiuti che fa parte dell’ambiziosa missione “offrire lo snack giusto al momento giusto e nel modo giusto”, producendo alimenti con ingredienti e processi sostenibili, dall’impatto positivo lungo tutta la catena di fornitura. Sullo sfondo, l’assunzione di responsabilità di un’impresa che si fa portavoce della nuova etica del capitalismo sociale. «I rifiuti plastici e il loro impatto sul pianeta rappresentano un grande problema di fondo, che sta molto a cuore ai nostri consumatori e richiede una risposta olistica. Insieme ai partner dell’intero settore, e alle istituzioni pubbliche e private, siamo in grado di contribuire in misura significativa a sviluppare soluzioni concrete che impattino positivamente sull’ambiente», dichiara Rob Hargrove, Executive Vice President, Research, Development, Quality and Innovation in Mondelēz.

Obiettivo zero rifiuti
I piani della multinazionale si incarnano in due step intermedi: agevolare i consumatori nel riciclo degli imballaggi usati e sostenere la collaborazione interfiliera per migliorare i tassi di riciclo. In concreto, questo significa che entro il 2025 tutte le confezioni dei prodotti Mondelēz saranno realizzate con materiale riciclabile. La società fornirà ai designer le linee guida per progettare seguendo i criteri dell’economia circolare, impostare le priorità e identificare i materiali da utilizzare o evitare in tutta la gamma di imballaggi. Inoltre, tutte le confezioni cartacee saranno realizzate con materiali ricavati da fonti sostenibili già a partire dal 2020. Come conseguenza di questo progetto, dal 2020 (fra due anni!) 65 milioni di kg di materiale da imballaggio saranno eliminati in tutto il mondo, obiettivo – peraltro – già in buona parte raggiunto in questi ultimi anni. Dal 2013 a oggi, in Mondelēz sono già stati “risparmiati” 53,5 milioni di kg di materiali come conseguenza dell’impegno ad amministrare correttamente grammature e strutture per evitare l’overpackaging. La diffusione capillare delle informazioni per il riciclo, invece, sarà garantita a livello globale entro il 2025. La società sta lavorando per rendere più facile riciclare o riutilizzare le confezioni dopo l’uso nella grande varietà di sistemi attivati nelle diverse parti del mondo. A tale scopo, verranno promosse collaborazioni intersettoriali e partenariati pubblico-privato per sviluppare le infrastrutture indispensabili per gestire i rifiuti riducendone il volume e migliorandone i tassi di riciclo.

Progressi continui
Migliorando continuamente il packaging design, Mondelēz International ha già compiuto notevoli progressi per minimizzare l’impatto ambientale dell’imballaggio. La maggior parte delle sue confezioni è già riciclata, riciclabile o “riciclo-ready”; circa il 75% sono fatte di vetro, carta o metallo e circa 70% del packaging a base cellulosica è prodotto con materiali riciclati. Sono centinaia i progetti di ottimizzazione messi in campo negli ultimi anni, con risultati notevoli. Per citare solo qualche esempio, nel Regno Unito, le vaschette Cadbury Heroes sono state ridisegnate in modo da richiedere il 17% di plastica in meno, con un conseguente 30% in meno di camion necessari al loro trasporto. In Asia, Medio Oriente e Africa, i miglioramenti degli imballi secondari e da trasporto per i prodotti a base cioccolato hanno consentito di risparmiare più di 1 milione di chili di cartone ondulato.
Negli Stati Uniti, il packaging dei biscotti a marchio Oreo è stato “sgrammato” del 23%, riducendo di quasi 1,5 milioni di chili il fabbisogno annuo di cartone.

«Quello che alla gente interessa è capire cosa c’è nei prodotti, da dove vengono gli ingredienti, se sono prodotti localmente o no, e le aziende di marca fanno molta comunicazione al riguardo», sottolinea Christine Montenegro McGrath, vice president, Global Sustainability, Well-Being, Government & Public Affairs di Mondelez International. Coerentemente, iniziative di sostenibilità come la riduzione del packaging sono considerate della massima importanza nel programma di sviluppo di Mondelēz, in quanto modi per darsi uno scopo ulteriore rispetto a vendere prodotti, grazie a cui fidelizzare e conquistare clienti assecondando le abitudini d’acquisto prevalenti.