Ridurre Riutilizzare e Riciclare sono le tre “R” del buon packaging. Al convegno organizzato il 3 aprile dalla I&C Packaging Academy si è aggiunta quella di Riflettere, per aggiornarsi e scambiarsi esperienze e pareri. L’invito di Sante Conselvan è stato raccolto, e durante la giornata si è ragionato di leggi, procedure, tecnologie e prodotti, idee e opportunità.

L’arduo compito di sintetizzare il quadro normativo, nella fattispecie la regolamentazione europea sui MOCA (materiali e oggetti destinati a entrare a contatto gli alimenti), è stato assolto con perizia da Marco Pasqualini di AIBO-FCE, che ha anche segnalato l’imminente arrivo di un nuovo decreto legge (n. 1324) sulla sicurezza alimentare e accennato alla percezione comune dei rischi associati agli alimenti, nonché documentato le ragioni dell’attenzione assegnata al problema (nel 2012 il 10% delle allerte riguardanti alimenti è stato causato da MOCA). Inquadrato il problema, l’esperto ha quindi prospettato la soluzione: operare in conformità alle Good Manufaturing Practice (GMP), articolate nelle due grandi famiglie di azioni tese ad assicurare i requisiti di igiene del processo (Regolamento 2023/CE/06) e la sicurezza del prodotto (Regolamento 1935/CE/04).

È iniziato così – denso di informazioni concrete – il convegno “Imballaggio alimentare: novità per competere”, organizzato il 3 aprile scorso dalla I&C Packaging Academy in collaborazione con l’agenzia COM di Maria Laura Lombardi. Alla seconda edizione, dopo il successo del giugno 2013 a Padova, ha riunito nella bella Cascina La Lodovica, a Oreno di Vimercate (MB), oltre 170 ospiti prevalentemente del centro-nord Italia, ed è stato sponsorizzato da Huber, Luxoro, Eutro Log, Grafikontrol, Kodak, ICR, Imac, Edigit, Gama, I&C e Camis.

Regole, procedure, verifiche
Alla prima relazione, introdotta dal benvenuto di Sante Conselvan, titolare della I&C, ideatore dell’incontro e appassionato sostenitore della “formazione continua” e dello scambio di conoscenze, sono seguite quelle degli altri esperti, improntate alla stessa concretezza e “moderate” da Emilio Gerboni.
Dopo Pasqualini, Maria Zemira Nociti (Studio zetapi) ha sviluppato con la consueta sistematica chiarezza il tema degli obblighi e delle responsabilità del converter in materia di sicurezza alimentare, precisando che – in mancanza di un manuale che indichi le procedure da seguire – ciascuno deve mettere a punto il proprio metodo. Un metodo che dovrà partire dall’individuazione delle criticità, quindi effettuare una valutazione dei contaminanti fisici, chimici e biologici e infine mettere a punto le soluzioni che di volta in volta le norme, i clienti e il buon senso suggeriranno.

Il terzo relatore, Gianluigi Vestrucci (Pack.Co Srl), ha svolto l’intervento più tecnico, intitolato “Materiali destinati al contatto con gli alimenti: la conformità conseguente a una corretta analisi del rischio”, con una chiarezza davvero encomiabile. Il suo intervento è iniziato con l’elencazione delle tipologie di rischio e l’esempio di una corretta catalogazione ripreso dalle pratiche di un ben organizzato converter di imballaggio flessibile, e ha quindi proposto un focus sui contaminanti chimici presenti nei materiali da imballaggio e sui NIAS (sostanze non intenzionalmente aggiunte), come i coadiuvanti di processo, i prodotti di reazione ecc. L’esperto ha poi spiegato come affrontare le relative indagini senza eccessivi costi, con la massima efficacia e il maggior ritorno possibile in know-how, rendendo a un tempo tutta la complessità della materia e prefigurando comunque delle soluzioni gestibili in tempi e con risorse sostenibili, per approdare a un grado adeguato di certezza e sicurezza (anche nel suo intervento, come in quelli dei due predecessori, frequente è stato il richiamo al buon senso).

Tecnologia…
Dopo i “tecnici”, i rappresentanti dell’industria hanno mostrato come le tecnologie e i prodotti per la stampa e la nobilitazione dell’imballaggio possano contribuire in misura determinante alla sicurezza, alla distintività, alla sostenibilità di un packaging, rappresentando per il brand owner una risorsa basilare.
Giuseppe Gianetti di Huber ha illustrato la filosofia e le proposte della sua azienda in materia di inchiostri ad alta tecnologia per il food, con un focus sulla linea Gecko a base solvente per la stampa di imballaggi flessibili. Di “Nobilitazione e contatto indiretto sul packaging alimentare” ha parlato Gianni Azzaretti di Luxoro, mentre Ivan Parisi di Eutro Log ha impostato il vivace intervento a due voci, condotto insieme al neo socio Davide Malki (Laem System), sul fondamentale contributo che l’automazione può offrire all’industria del food & beverage. Francesco Bordoni, titolare della società di consulenza Ci.Ti.O. e perito al tribunale di Milano, ha dedicato la sua relazione “Oltre il ‘convenzionale’: il futuro è già presente” alla straordinaria crescita e alle altrettanto promettenti prospettive della stampa elettronica, definita come la terza rivoluzione del settore, dopo Gutenberg e l’avvento del digitale. L’argomento “Fabbricazione e standardizzazione tecnica negli imballaggi” è stato sviluppato dopo la pausa pranzo da Alberto Sironi e Filippo Bacile (CERTIpack), a cui è seguita la tavola rotonda.

… e marketing
Una menzione particolare merita l’intervento di Luca Zocca del gruppo Pedon, intitolato “Il packaging alimentare tra marketing e sostenibilità”. Il rilievo è dovuto sia per l’importanza di questo produttore integrato, a marchio proprio e privato, di “commodities alimentari” (600 dipendenti, 90 miliardi di fatturato 2013, 5 stabilimenti in Italia, Cina, Etiopia, Argentina, Egitto; e ancora: 58 silos refrigerati, 16 linee di confezionamento automatizzate, magazzino prodotti finti da 7.500 pallet…) sia per l’efficacia della politica commerciale che lo vede attestato in 25 mercati con 4 aree di business di successo, una politica di qualità con standard altissimi, un codice etico che si traduce in molte iniziative importanti… sia per l’importanza assegnata al packaging che figura tra i fattori distintivi in tutti gli aspetti dell’attività industriale e commerciale.
Sempre molto elevato, inoltre, il contenuto di innovazione (funzionale e comunicativa) degli imballaggi adottati dalla società veneta. Zocca ha illustrato una serie di soluzioni emblematiche di coerenza fra veste e contenuto, chiarezza delle informazioni per il consumatore (slide a), e attenzione alla performance funzionale diretta a garantire il miglior servizio all’end user e la massima efficacia della catena logistica, fino allo scaffale (slide b e c). Grande la cura della sostenibilità, che si traduce, fra l’altro, nell’utilizzo sistematico di carta riciclata o certificata FSC, packaging riciclabili, energia al 100% eolica, contenimento dell’uso di packaging primario (per esempio con l’impiego di bag in box), riduzione del peso e delle dimensioni degli imballi, ottimizzazione dei pallet, riduzione del trasporto su gomma e altro ancora.

Finale con dibattito
A fine convegno, una tavola rotonda via via sempre meno “ingessata” e più densa di contenuti ha offerto la possibilità di un confronto sulle esigenze e i problemi di ciascun segmento della filiera. Vibrante lo scambio di idee sulla vexata quaestio dei costi e dei prezzi che dividono i fornitori di macchine e imballaggi, e gli utilizzatori (qui rappresentati dal portavoce della GDO), tutti alle prese con la coperta sempre troppo corta delle marginalità da salvaguardare. E alla fine del dibattito il divario sembrava meno incolmabile.