Le ultime lastre digitali ad alte prestazioni e il sistema di esposizione “aperto” DigiFlow di DuPont. E.P.

DuPont Packaging Graphics conferma l’impegno in R&S e punta su maniche fotopolimeriche, lastre digitali e incisione termica. Ce ne ha parlato a Bruxelles, durante lo scorso Labelexpo Europe, Domingo Valles, Responsabile Projets Cyrel® Round Imaging Technologies: «Le lastre fotopolimeriche offrono vantaggi considerevoli, tipicamente nel converting di etichette e imballaggio flessibile, in quanto semplificano la produzione del cliché e consentono allo stampatore di essere più reattivo e competitivo. Insieme all’incisione termica, che sta prospettando sviluppi interessanti, rappresentano una priorità del nostro dipartimento di Ricerca e, ultimamente, ci hanno dato molte soddisfazioni. A partire dal 2000 abbiamo introdotto un’intera linea di lastre digitali: senza solventi, produttive ed eco compatibili; con solventi ad acqua; con solventi organici, volatili e sicuri. E oggi, a Labelexpo Europe, illustriamo gli ultimi traguardi per la stampa flexo di qualità, che vanno a comporre una soluzione dalle prestazioni elevate e dalla convenienza economica: il sistema di esposizione “aperto” DigiFlow e le lastre digitali Cyrel® Performance Plates DSP e DFP, annunciate all’ultima drupa e disponibili sul mercato dallo scorso anno».

Un sistema aperto. Cyrel® DigiFlow di DuPont effettua riproduzioni 1:1 su lastre digitali Cyrel® («cosa impossibile con un workflow standard», commenta Domingo Valles). Inoltre, permette di ottenere stampe as alto impatto anche su cartone ondulato e imballaggio flessibile, grazie alle prerogative del punto ibrido a “testa piatta”, e massimizza l’efficacia dei software di retinatura dei fondi pieni come, ad esempio, l’Esko HD Flexo Microcell. DigiFlow ottiene i massimi risultati combinato con un CDI dotato di ottiche ad alta risoluzione, e contribuisce ad aumentare la competitività della stampa flexo rispetto alle altre tecnologie.
DuPont, dunque, lo ha sviluppato perseguendo anzitutto obiettivi di qualità, ma anche con la massima attenzione a renderne l’uso facile ed economicamente sostenibile: «Si tratta di un sistema aperto – sottolinea infatti il manager – che non vincola all’uso dei soli prodotti DuPont, pensato per dare ai trasformatori ciò di cui hanno veramente bisogno: flessibilità, economicità e qualità, per restare al passo con gli avanzamenti tecnologici e disporre di strumenti che creano valore senza richiedere investimenti pesanti. Per questo, adottare DigiFlow sulle attrezzature in uso è semplice. Basta ricondizionare le unità di esposizione esistenti in modo da generare l’atmosfera a base di azoto che serve a ottenere lastre digitali con riproduzione effettiva 1:1 e i famosi punti piatti che migliorano la precisione della stampa e minimizzano le increspature sul cartone ondulato».

Lastre ad alte prestazioni. Quanto alle nuove lastre digitali, sono state sviluppate con l’obiettivo, condiviso da tutti i fornitori attivi sul mercato, di ottenere un’adeguata densità di inchiostro nella stampa flessografica. «Le lastre DuPont di nuova generazione – dichiara Domingo Valles – garantiscono questo risultato, insieme a una buona dimensione del punto minimo e a un dot gain ridotto. Sia le DuPont™ Cyrel® DSP, processate a solvente, sia le DuPont™ Cyrel® FAST DFP, processate termicamente, sono utilizzabili in un flusso di lavoro standard, con tutti i platesetter basati su LAM, e non richiedono investimenti in nuove attrezzature di prestampa digitale, esposizione o laminazione. Le abbiamo chiamate “Performance Plates” perché la loro superficie micro-strutturata è stata disegnata in modo da ottenere livelli davvero eccellenti di SID e levigatezza e, in ultima analisi, grazie all’impiego di Cyrel® DigiFlow con Microcell e altre tecnologie, offrono una qualità di stampa sulle alte luci equivalente alle DPR/DFH/DFQ».

DuPont le ha testate con la collaborazione dei produttori di supporti, inchiostri, anilox e macchine con cui ha avviato una preziosa consuetudine di collaborazione – Bobst ad esempio o, in Italia, Uteco. È stata, così, dimostrata l’efficacia dei micro alveoli che caratterizzano il fotopolimero, in grado di trattenere più inchiostro e dunque di migliorare la resa, raggiungendo standard di qualità comparabili a quelli della rotocalco. «I molti visitatori di Labelexpo hanno apprezzato – testimonia Domingo Valles – e trasmesso segnali di fiducia: superato ormai il culmine della crisi, la domanda si rimette gradualmente in moto, anche nei mercati meno dinamici dei Paesi sviluppati, e la flessografia avanza».