È stimato in circa 130 miliardi di dollari (120 miliardi di euro) il valore della fusione fra i due colossi statunitensi della chimica, che a dicembre hanno annunciato un matrimonio fra pari, con lo scambio di titoli e il reciproco controllo del 50% delle proprietà.

Dopo l’approvazione dell’antitrust, a metà 2016 l’operazione dovrebbe completarsi, dando vita a un nuovo gruppo articolato in tre imprese indipendenti e quotate, rispettivamente focalizzate su agricoltura, scienze dei materiali e prodotti speciali. Previste, fra l’altro, sinergie di crescita per oltre un miliardo di dollari e sinergie sui costi da 3 miliardi, da conseguire nei primi 24 mesi, che dovrebbero generarne una trentina.