A giugno Acimga eleggerà il nuovo presidente, che raccoglie l’eredità e le sfide di un’associazione rinata con nuovo spirito e struttura. Sarà per certo un onore, e fonte di soddisfazione, ma anche un grosso impegno e una responsabilità perché la carne al fuoco è davvero tanta. Lo racconta Marco Calcagni, ormai prossimo al passaggio del testimone.

«Il futuro presidente di Acimga potrà contare sulla mia completa disponibilità ad affiancare la direzione fino a quando sarà del tuto operativa. E l’associazione sulla mia presenza di imprenditore perché, in questa ritrovata dimensione collettiva, ho imparato quant’è proficuo confrontarsi con visioni diverse.»

Dopo quattro anni di lavoro a tappe forzate per riformare l’associazione dei costruttori italiani di macchine per la stampa e il converting, Marco Calcagni inizia a pensare al passaggio delle consegne, che avverrà prima dell’estate. Eletto in un momento delicato della vita di Acimga, ne ha guidato la rinascita con un obiettivo chiaro: trasformarla in istituzione partecipata, con compiti di servizio definiti insieme ai soci e una struttura flessibile e proattiva. Ora tira le fila di un progetto complesso e ambizioso, dove il sostegno all’internazionalizzazione occupa un posto di primo piano, che culminerà nella prima edizione di Print4All: la nuova fiera italiana del printing e del converting, che si svolgerà dal 29 maggio all’1 giugno 2018 nell’ambito dell’Innovation Alliance fra printing, packaging, plastica e logistica.

Il suo successore avrà l’incarico di portare avanti questo e altri progetti nati dallo spirito di collaborazione che ha prodotto tutti i migliori risultati della riforma Acimga. Laddove “risultati” non sta per “conclusi”: «In questi anni abbiamo lavorato intensamente e sono molto contento di poter passare alla nuova dirigenza un’associazione ben strutturata, trasparente nell’agire e con obiettivi “di sostanza”. Ora si tratta di portarli a maturazione, senza tradirne lo spirito e con un atteggiamento aperto al cambiamento. Pena il crollo del nostro nuovo e bel palazzo».

Una bella casa, solida e aperta
La soddisfazione di Calcagni è legittima. La nuova sede di Acimga in seno a Federmacchine permette di offrire ai soci servizi prima impensabili; la struttura operativa, snella e attivissima, è efficace nell’ascolto come nella risposta nonché capace di proposta; la varietà e completezza dei servizi e dei corsi d’aggiornamento, svolti da consulenti di vaglia, genera un valore concreto e apprezzato; la portata delle iniziative in campo – fieristiche e non solo – è davvero di ampio respiro. Infatti, le aziende apprezzano: «Il numero dei soci è raddoppiato e stiamo formalizzando altre adesioni importanti, che testimoniano tanto il gradimento del progetto quanto il dinamismo del settore. Un settore vivace e fatto di tante anime che richiedono, ciascuna, un’attenzione dedicata. A partire dal converting, dove non siamo ancora conosciuti abbastanza e che stiamo lavorando a coinvolgere di più: sarà uno degli obiettivi prioritari del prossimo futuro».

Ma c’è un’altra dimensione capitale per lo sviluppo di un comparto, ed è la sua “reputazione” o meglio la capacità di far comprendere e apprezzare il proprio ruolo nell’economia della nazione, e di attestarsi come interlocutore presso le istituzioni governative.

«Non si tratta – spiega Calcagni – di fare corridoio nei ministeri col cappello in mano ma, al contrario, di farsi valere per quello che si fa. L’impegno costante e coerente sul piano della formazione, della promozione e delle azioni di lobbying ci ha valso la stima e il riconoscimento delle istituzioni nazionali – dai ministeri a ICE-Agenzia – presso cui oggi siamo accreditati come i rappresentanti di un settore che vale. E questo si è tradotto in un sostegno fattivo, rinnovato anche in vista di Print4all 2018 che viene percepita anche in sede “politica” come il trampolino di lancio (di rilancio) della nostra industria a livello internazionale.»

Siamo bravi: è ora di crederci
Il sostegno all’internazionalizzazione è, forse, il compito a cui Acimga ha dedicato più impegno – il che non stona, parlando di un comparto che esporta fra il 70 e il 90% della produzione. A questo scopo l’associazione ha messo in campo ricerche di mercato, conferenze e, soprattutto, accordi con fiere di punta sui mercati che contano, per offrire alle imprese l’opportunità di partecipare con poca spesa e pochissimo sforzo alle stimate collettive del Made in Italy (anche in questo caso con il sostegno di ICE). Può così esibire programma articolato di manifestazioni a marchio Printech – soprattutto nel sudest asiatico, ma anche in Cina, Russia e America – dove i partecipanti godono di grandi vantaggi economici e organizzativi, e sperimentano sul campo quant’è più autorevole e attrattivo presentarsi in gruppo che da soli. Ma è sulla super fiera Print4All che tutti puntano l’attenzione, e molti espositori già stanno lavorano alacremente per sfruttare ogni possibilità offerta da un evento dalla struttura inedita e dalle potenzialità enormi.

«La premessa è che in tutto il mondo siamo secondi dopo i tedeschi, quando sappiamo benissimo di essere i migliori. È ora di crederci e di avanzare coesi, superando il nostro maggiore punto di debolezza ossia l’incapacità di “fare sistema”.»

Una fiera con l’anima per decifrare i segni
«Non è un caso, dunque, che il nostro progetto di maggiore rilievo e portata – Print4All appunto – sia concepito come vetrina di filiera, che coinvolge tutti i segmenti del sistema della stampa e del converting. E non è un caso che lo portiamo avanti insieme all’altra associazione imprenditoriale di settore, Argi, oltre che in stretta collaborazione con Istituto Italiano Imballaggio, in rappresentanza dei brand owner, e con l’Assografici dei converter. Non è fortuito neppure che raggruppi le tre componenti della stampa e della trasformazione e che sia un tassello della Innovation Alliance, dove per la prima volta la catena del printing-packaging-logistica scende in campo unita, per offrire al visitatore, nella stessa location e con un unico biglietto, tutta la tecnologia e il know how che gli servono per progettare il proprio ruolo sul mercato.»

Si tratta dello stesso approccio di filiera che ispira i convegni “di avvicinamento” all’appuntamento del 2018, anch’essi pensati come occasione di confronto e scambio, oltre che di networking (è ICE-Agenzia, ancora una volta, a “portare” i buyer dall’estero). Dopo lo scorso Print4Pack di Palermo, quest’anno, a settembre, spetterà alla Print4All Conference di Milano prefigurare le potenzialità del nuovo evento.

«Che non si pone obiettivi di leadership assoluta ma vuole (e può) diventare un appuntamento imprescindibile per gli operatori di tutto il mondo, non mera vetrina di macchine ma anche e soprattutto dispiegamento di contenuti. Il luogo dove, dietro le scocche, si coglie l’anima di una soluzione, ovvero quel valore aggiunto di idee che “faranno” il mercato del futuro trasformando un prodotto “nel” prodotto che sceglierà il consumatore. E dove si vedrà anche che il mercato non c’è solo in Germania, ma anche in Italia, in Francia e Spagna, nel Magreb e in Iran, in Africa e nel Vicino Oriente…»