Revisione della normativa europea sulle plastiche, Linee Guida sui test di migrazione, maggiore attenzione ai materiali poco considerati… e un regolamento nuovo di zecca dedicato ai substrati stampati. Al convegno annuale dell’Istituto Italiano Imballaggio l’ISS fa “il punto” sulla normativa nazionale e comunitaria sui Moca, e illustra l’Agenda della Commissione per il 2018.

La notizia che riguarda più da vicino la filiera del package printing è che per i primi mesi del 2018 è attesa la prima bozza di un nuovo Regolamento della Commissione europea sui materiali stampati. Inizialmente se ne parlava come di un documento sugli inchiostri – tanto che la Germania, prossima a legiferare su questa delicata materia, come già fatto dalla Svizzera, ha interrotto i lavori in attesa di capire come si orienterà il super ente comunitario. Ma ieri (13 dicembre, Ndr), al convegno annuale organizzato dall’Istituto Italiano Imballaggio è stato precisato che non si tratterà di inchiostri in sé ma, appunto, di materiali stampati – tutti i tipi di substrato. I relatori dell’Istituto Superiore di Sanità – la “squadra speciale” di super esperti capitanati da Maria Rosaria Milana – ne danno per probabile la pubblicazione entro la fine dell’anno prossimo sebbene, per ora, non si diano anticipazioni.

Aperta la consultazione sui test di migrazione
Ma non è la sola notizia di rilievo resa durante l’affollatissima giornata di studio milanese, aperta dal direttore dell’Istituto italiano Imballaggio Marco Sachet, che ha riunito converter e fornitori, laboratori di analisi, ASL e i grandi marchi dell’industria alimentare (per leggere il programma completo CLICCA QUI). Per limitarci agli ambiti del nostro settore, citiamo fra le altre la notizia che sono in fase di stesura le Linee Guida sui test di migrazione, importantissime per chiarire e uniformare una materia tanto delicata. La novità più rilevante, ha sottolineato Milana, riguarda il grande coinvolgimento di tutti gli stakeholder in questo lavoro – a partire dalla fase di consultazione, aperta fino al 27 dicembre a quanti vogliano esprimere il proprio pensiero – e la trasparenza assicurata dalla disponibiltà dei documenti sul sito della Commissione (https://ec.europa.eu).

Cambiamenti in arrivo
La normativa generale sui Moca risale al 1976, non è mai stata riconsiderata nel suo insieme e, come ricordano all’ISS, è essenzialmente “plastico-centrica” (in quanto nata per affrontare le problematiche più urgenti per la sicurezza pubblica). Per questo, la Commissione ha individuato una serie di carenze, disparità e problemi da affrontare sulla scorta del molto materiale raccolto nel frattempo e che tracciano l’agenda per l’anno prossimo.
In linea generale, sintetizzano gli esperti dell’ISS, servono leggi più armonizzate, più controlli e va rafforzata la tracciabilità lungo la filiera alimentare che, è stato sottolineato più volte, è e sarà sempre più il soggetto collettivo designato dalla legge come responsabile in solido della sicurezza delle lavorazioni e dei prodotti (“basta scaricare le responsabilità su altri attori della supply chain!”). Inoltre, gli enti preposti si propongono di esaminare e normare tutti quei materiali e aspetti fin’ora poco o nulla considerati perché meno rischiosi per la sicurezza e la salute collettive. Riferendo in ordine sparso, Milana ipotizza un superamento del principio delle liste positive o negative in favore di sistemi più efficienti; la definizione delle sostanze da valutare prioritariamente; l’individuazione di enti designati alla valutazione; l’intensificazione dei controlli; l’armonizzazione dei criteri di valutazione del rischio e molto altro ancora. Tutto è ancora in discussione, ha sottolineato l’esperta, ma è già definita una road map (sul sito della commissione è possibile registrarsi e seguire l’evoluzione dei lavori) e i primi risultati si vedranno a breve. Con qualche apprensione degli operatori che si aspettano complicazioni e nuovi oneri, ma anche con prospettive di miglioramento in tanti aspetti cruciali del controllo della salubrità dei cibi – i test, ad esempio, condotti con metodi e linguaggi disparati e faticosi da comparare, o la fase di controllo, spesso largamente deficitaria, che vede ancor’oggi nell’amministrazione locale il soggetto debole, bisognoso di strumenti e formazione ad hoc.