Dalla ricerca di inchiostri bio-based alla diffusione degli imballaggi monomateriale, fino al monitoraggio delle emissioni e all’adozione di tecnologie digitali, le aziende del converting stanno vivendo una fase di profonda trasformazione. Abbiamo intervistato Valentina Sada, Responsabile Marketing e Comunicazione Sostenibilità del Gruppo Sada, per farci raccontare in che modo stanno affrontando i temi chiave della sostenibilità, dell’innovazione tecnologica e della competitività.

Con oltre un secolo di storia alle spalle, il Gruppo Sada ha scelto già dagli anni ’90 di orientare il proprio sviluppo verso la sostenibilità, trasformando questo impegno in un valore fondante. In oltre vent’anni di crescita l’azienda ha saputo innovare uomini, macchinari e prodotti, passando da 50 a 550 collaboratori e sviluppando 7 siti produttivi.

Specializzato nel packaging in carta, Sada opera in un’ottica circolare: gli scarti diventano materia prima e, grazie alla “Rete per il Packaging Sostenibile 100% Campania”, dal 2013 promuove progetti di riciclo di prossimità con i clienti. L’impiego di materiali ecologici – carte certificate, inchiostri ad acqua, colle a base di amido – e l’uso di impianti fotovoltaici testimoniano la volontà di ridurre l’impatto ambientale. Con il primo bilancio di sostenibilità pubblicato nel 2018 e l’obiettivo di dimezzare le emissioni di CO2 e entro il 2030, il Gruppo conferma la propria vocazione a un’innovazione responsabile, riconosciuta anche da clienti che richiedono rating di sostenibilità.

VALENTINA SADA Responsabile Marketing e Comunicazione Sostenibilità del Gruppo Sada

Avete testato o adottato inchiostri NC-free o bio-based? Quali ostacoli tecnici o vantaggi avete riscontrato rispetto agli inchiostri tradizionali?

Gli inchiostri NC-free sono usati per imballaggi flessibili, non per cartone ondulato, dove impieghiamo inchiostri ad acqua e colle a base amido, riciclabili e a basse emissioni. Stiamo sviluppando coating 100% bio da scarti agro-alimentari, con vantaggi in termini di drastica riduzione di VOC e compatibilità con riciclo e compostabilità. Sono in fase di valutazione gli inchiostri Bio-Based.

Monitorate l’impatto ambientale del vostro stabilimento? Se sì, quali indicatori usate e quanto contano davvero nelle strategie aziendali?

Sì: monitoriamo le emissioni GHG (Scope 1-2 e intensità), energia, acqua e rifiuti con KPI e target 2030 (-50% su emissioni, acqua, rifiuti). Questi indicatori sono parte della strategia ESG e guidano investimenti e miglioramenti operativi.

In che modo state integrando tecnologie per il risparmio energetico e l’automazione nella produzione? Sono soluzioni guidate dalla sostenibilità o da logiche di efficienza interna?

Integriamo energia rinnovabile da fotovoltaico (impianto da 3,5 MW che ha fornito il 24% del totale elettricità consumata nel 2024), inverter e nuovi impianti. A livello digitale utilizziamo sistemi MES/ERP, IoT (Internet of Things) e analisi predittiva per pianificazione e manutenzione. Le soluzioni nascono sia per obiettivi di sostenibilità sia per efficienza e costo totale.

Adottate imballaggi monomateriale o supporti compostabili? Quali risultati (o criticità) avete riscontrato dal punto di vista operativo e commerciale? Quali applicazioni?

Il nostro packaging è usato in logistica, e-commerce e alimentare, sia secco che umido. Puntiamo su monomateriale cellulosico, riciclabile e circolare.
Per settori critici come ortofrutta e caseario sviluppiamo imballaggi con barriere anti-umidità e anti-migrazione, mantenendo il formato monocomponente attraverso l’uso di rivestimenti compostabili a basso impatto ambientale. I costi delle soluzioni green sono percepiti come la principale barriera al cambiamento e dal sondaggio solo il 28% degli intervistati dichiara di monitorare la sostenibilità.

Quanto pesano davvero nei vostri processi decisionali? E cosa servirebbe per rendere queste scelte più accessibili?

Pesano, ma decidiamo tenendo conto del TCO (costo totale di possesso): diamo priorità ai progetti che tagliano consumi ed emissioni, ad es. fotovoltaico, efficienza produttiva, closedloop di prossimità, i cui impatti sono tutti misurati con metodologia LCA. Il riciclo locale riduce costi logistici e impatti ambientali e per scalare servono incentivi stabili, standard condivisi (EPR, tracciabilità) e domanda di mercato.